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giovedì 20 giugno 2013

Confederation Cup 2013

Logo della competizioneFIFA Confederations Cup 2013

La FIFA Confederations Cup 2013 è la 9ª edizione della Coppa delle confederazioni organizzata dalla FIFA. Si sta svolgendo in Brasile dal 15 fino al 30 giugno 2013 e costituisce un'anticipazione del campionato mondiale di calcio 2014.
In questa edizione Uruguay, Italia e Spagna avranno l'opportunità di diventare la terza squadra (dopo Argentina e Francia) a vincere tutti e quattro i principali tornei di FIFA: il proprio titolo continentale, la Coppa del Mondo, il torneo di calcio olimpico e la Confederations Cup.

Partecipano le squadre nazionali laureatesi campionesse nei tornei delle rispettive confederazioni (la Spagna, campione UEFA; l'Uruguay, campione CONMEBOL; il Giappone, campione AFC; il Messico, campione della CONCACAF; Tahiti, campione OFC; la Nigeria, campione CAF), la nazionale campione del mondo (la Spagna), la nazionale della sede organizzatrice (il Brasile). In quest'edizione, poiché la nazionale spagnola era campione in carica sia del campionato mondiale sia di quello europeo, è stata ammessa al torneo l'Italia, in virtù del secondo posto ottenuto ai campionati Europei 2012 (dietro, appunto, alla Spagna).

Le otto contendenti sono state suddivise in due gironi all'italiana di quattro squadre ciascuno; le squadre appartenenti alla stessa federazione, in questo caso Brasile e Uruguay (CONMEBOL) e Italia e Spagna (UEFA) non potevano essere sorteggiate nello stesso gruppo e quindi affrontarsi nel primo turno. Lo stesso discorso vale per le due teste di serie, Brasile (in qualità di Paese ospitante) e Spagna (campione del mondo). Le prime due classificate di ogni raggruppamento si qualificheranno per le semifinali, in maniera incrociata (la prima del gruppo A con la seconda del B e viceversa).Il torneo si disputerà dal 15 al 30 giugno 2013.

Squadre partecipanti

1.Brasile CONMEBOL Nazione organizzatrice
2. Spagna U
EFA 
Vincitrice del campionato mondiale di calcio 2010
3.GiapponeAFCVincitrice della Coppa delle nazioni asiatiche 2011
4.Messico - CONCACAFVincitrice della CONCACAF Gold Cup 2011
5. Uruguay CONMEBOLVincitrice della Copa América 2011
6.Tahiti OFCVincitrice della Coppa delle nazioni oceaniane 2012
7.Italia UEFAFinalista del campionato europeo di calcio 2012
8.Nigeria - CAFVincitrice della Coppa delle Nazioni Africane 2013

sabato 27 aprile 2013

FERRARI ENZO

La produzione inizialmente prevista e programmata per la Ferrari Enzo era di soli 349 esemplari. Il modello però ebbe un tale successo che per la prima volta, e secondo alcuni anche con una caduta di stile, la Ferrari aumentò il numero originariamente deciso portandolo a 399. A questo proposito Luca Cordero di Montezemolo disse: "Anche se sono molto attento ai numeri e all'esclusività, ho dovuto prendere atto del fatto che avremmo scontentato troppi collezionisti non aumentando la produzione della Enzo Ferrari". La produzione di questa vettura è durata dal 2002 al 2004.Un ulteriore esemplare è stato costruito per essere donato nel 2005 dalla Ferrari a papa Giovanni Paolo II, che la mise all'asta per poi devolvere in beneficenza l'intera somma ricavata.Acquistare una Ferrari Enzo non era così semplice: per averla era la Ferrari stessa a contattare la clientela, selezionandola tra alcuni V.I.P. e persone che già possedevano o avevano posseduto un totale di cinque modelli Ferrari. I clienti erano quindi chiamati a Maranello per personalizzare e rendere unico il proprio esemplare in una apposita linea di produzione dedicata alla Enzo. Le varianti comprendevano la scelta del sedile su misura tra quattro taglie disponibili (S, M, L, XL) e la regolazione della pedaliera tra sedici possibili configurazioni. I colori possibili per la carrozzeria erano "Rosso corsa", "Giallo Modena", "Nero Daytona". Il prezzo era di 665 000 €.La Enzo monta un motore V12 (Dino F140) di 65° aspirato montato in posizione centrale di 5998,80 cm³ erogante 660 cavalli a 7800 giri/min. e con rapporto di compressione di 11,2:1. Telaio e carrozzeria sono interamente realizzati in fibra di carbonio, le sospensioni sono a doppio quadrilatero deformabile sia all'avantreno che al retrotreno. I freni sono realizzati in composito ceramica-carbonio e la potenza alle ruote posteriori viene gestita attraverso un cambio a 6 marce sequenziale con paddle al volante.La sua linea si deve, come per molti altri modelli Ferrari, alla carrozzeria Pininfarina. L'elevata conoscenza ed esperienza Ferrari nel campo della Formula 1 hanno inciso profondamente nello sviluppo aerodinamico della vettura che, sorprendentemente, non fa uso di un vero e proprio alettone posteriore ma di una piccola appendice aerodinamica che si inclina quando si raggiungono velocità superiori agli 80 km/h. Gran parte del carico aerodinamico è infatti generato dal fondo appositamente studiato della vettura che con l'ausilio degli estrattori posteriori crea un effetto deportante.Data la configurazione esclusivamente sportiva della vettura, non ha né impianto stereo né alzacristalli elettrici.



Presentata ufficialmente al Salone dell'automobile di Parigi a ottobre del 2002 e nata sulla base dell'esperienza in Formula 1, laEnzo è una delle auto più ammirate e ricercate dagli appassionati e dagli acquirenti del marchio. Esteticamente appare sportiva e allo stesso tempo elegante. Stava per essere chiamata F60 ma di seguito il nome della vettura venne dedicato al fondatore dell'azienda Enzo Ferrari.

Le prestazioni di questa vettura costituiscono un caso piuttosto singolare: mentre i dati circa l'accelerazione sono stati normalmente comunicati dalla Casa, il dato relativo alla velocità massima raggiunta non è mai stato indicato con precisione. Circa il tempo di copertura degli 0-100 km/h, la Enzo impiega appena 3,6 secondi. Impiega poi meno di 10 secondi per passare da 0 a 200 km/h; con partenza da fermo, copre il chilometro in soli 19,6 secondi, con una velocità massima al di la dei 350km/h. Ciò, al momento dell'uscita, la rendeva la Ferrari stradale di serie più veloce mai prodotta.

mercoledì 24 aprile 2013

I DIAMANTI PIU' GRANDI E PIU' PREZIOSI DEL MONDO

Oggi vi parleremo del DIAMANTE più grande del mondo e di quello più prezioso.

Iniziamo con il Graff il diamante blu più prezioso del mondo:

E' passato fra le mani di dinastie reali europee, e ora è finito in quelle di uno dei più importanti gioiellieri del mondo. Il raro diamante blu "Wittelsbach" è stato venduto all'asta da Christie's a Londra per la cifra record di 16,4 milioni di sterline, equivalenti a 24,3 milioni di dollari (e a 18,7 milioni di euro) al gioielliere britannico Laurence Graff, 70 anni. Il diamante Wittelsbach, che porta lo stesso cognome dell'imperatrice Sissi, vanta 35,56 carati e per lucentezza e punto di colore è stato spesso paragonato al celebre diamante Hope, oggi esposto alla Smithsonian Institution di Washington. Graff, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito, famoso per i suoi gioielli da Mille e Una Notte, ha una sua propria miniera alla periferia di Johannesburg, ed è anche noto per i suoi importanti investimenti nel mondo dell'arte: alla fine del 2007 fecero scalpore i suoi acquisti, un Elvis e una Zuppa Campbell's di Andy Warhol, comprati per poco più di 24 milioni di di dollari. 

Per il diamante blu, però, Graff ha speso anche di più, battendo così il record della cifra più alta mai pagata in un'asta per un diamante, superando abbondantemente i 16,5 milioni di dollati sborsati nel 1995 per un'altra gemma da ben 100 carati. Ma questo diamante blu è speciale: fu comprato da re Filippo IV di Spagna nel 1664 per la figlia, l'Infanta Margarita Teresa. Quando questa morì, molto giovane, ipassò a suo marito, Leopoldo I d'Austria, e poi ai suoi eredi. La gemma prese il cognome dei Wittelsbach dopo il 1772, quando la nipote di Leopoldo I sposò Carlo di Baviera, membro della famiglia Wittelsbach. Poi, andò a finire nella corona di Massimilano IV Giuseppe Wittelsbach, primo re di Baviera, per poi perdersi dopo il 1918, quando l'impero austro-ungarico si disgregò. Solo nel 1962 si ritrovarono le sue tracce, quando fu portato a un gioielliere che ne riconobbe l'eccezionalità e si rifiutò di tagliarlo. Ora tocca a Laurence Graff decidere la sua sorte.

Ora quello più GRANDE:

Fino a poco tempo fa il diamante Cullinan, detto anche Stella d'Africa, era considerato il più grande diamante mai ritrovato, con un peso di 3.106,75 carati, pari a circa 621,35 grammi. Questo diamante venne trovato da Frederick Wells, il 26 gennaio 1905.La pietra fu chiamata così in onore di Sir Thomas Cullinan, il proprietario della miniera di diamanti. Il taglio di questa pietra, effettuato nel 1908 dalla ditta Asscher di Amsterdam, ha prodotto 105 diamanti dalle varie fogge, i più importanti dei quali oggi fanno parte dei gioielli della corona britannica. Il diamante Cullinam ha smesso di essere il più grande al mondo, dopo che ne è stato trovato una ancora più grande. Il diamante più grande del mondo è stato trovato in Sud Africa, nella North West Province. Lo riferisce Brett Jolly, un imprenditore di Città del Capo, dalle pagine del quotidiano di Durban «Natal Mercury». Jolly, per motivi di sicurezza, non ha voluto svelare il nome della miniera nella quale è stata effettuata la scoperta. La straordinaria gemma, di un colore verde pallido, pesa circa 7.000 carati (pari a 1,4 chilogrammi) ed è poco più piccola di un pallone da calcio. Il diamante è stato messo al sicuro nel caveau di una banca di Johannesburg e sarà esaminato dagli esperti: secondo le prime indiscrezioni il suo valore potrebbe essere superiore ai 15 milioni di sterline (22 milioni di euro).

martedì 23 aprile 2013

iPHONE 5 DIFETTOSI

iPhone 5 difettosi, Apple li rimanda a Foxconn: rumors

Contestazioni in vista tra Apple e Foxconn, l'azienda cinese che si occupa di assemblare e dunque materialmente costruire iPhone 5.L'ultimo smartphone di casa Apple è infatti risultato imperfetto, con difetti di fabbricazione che non sono passati inosservati.
Una fonte anonima ha riportato al China Business che Foxconn starebbe maneggiando una bella patata bollente: Apple avrebbe infatti reso conto di questi problemi tecnici e funzionali, rispedendo un gran numero di iPhone 5 difettosi. Si parla addirittura di ben 8 milioni di pezzi restituiti a Foxconn.Come tutti i rumors di questo genere, partiti in Cina ma in questo caso specifico ripresi in particolare dal sito "The Register", l'uso del condizionale è assolutamente d'obbligo, mancando dichiarazioni dirette o prove documentabili.C'è però un precedente che potrebbe dar conto del fatto che effettivamente qualche problema in tal senso si era già manifestato mesi fa.E' infatti noto che alcuni rappresentanti della Foxconn, all'indomani del lancio sul mercato di iPhone 5, fecero presente che assemblare il device fu più difficoltoso del previsto, per via della sua nuova conformazione estetica e per alcuni "incastri" da imporre ai vari componenti.Nelle ultime ore alcuni magazine di oltre oceano hanno ipotizzato però che il controllo qualità di Apple abbia bocciato in realtà i nuovi iPhone 5S in uscita nei prossimi mesi; tuttavia la cifra di 8 milioni di pezzi rispediti al mittente appare troppo consistente per trattarsi solo dei primi futuri smartphone, quelli cioè non ancora in commercio.Nè dall'una, nè dall'altra azienda arrivano conferme o secche smentite e già si parla di una caccia a nuovi fornitori da parte di Apple per le prossime produzioni, così da affiancare a Foxconn anche altre aziende che sarebbero impegnate nell'assemblamento.

IL TETRIS PUO' CURARE L'OCCHIO PIGRO?



Il Tetris può curare l'occhio pigro?Studio pericoloso, la benda è fondamentale

Studio canadese: «I due occhi devono collaborare». Nucci (osp. San Giuseppe): rischio operazione di marketing

 MILANO- «È uno studio che giunge a conclusioni pericolose, cui segue un insolito battage mediatico, sembra quasi un'operazione di marketing il cui valore clinico è tutto da dimostrare». È molto critico il commento di Paolo Nucci, direttore della clinica oculistica dell’università di Milano presso l’ospedale San Giuseppe e professore associato di malattie dell’apparato visivo presso l’Università di Milano, su uno studio canadese che ha avuto parecchia diffusione sui media, forse anche grazie a un titolo accattivante. Il Tetris come "cura" per l'occhio pigro, al posto della classica benda. Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, se uno dei due occhi è poco attivo, bendare quello "buono" potrebbe non essere la soluzione giusta per spingere l'altro a lavorare di più. Almeno negli adulti, per farlo ripartire sarebbe meglio allenare i due occhi insieme, magari giocando a Tetris.

LO STUDIO - Il popolare videogame è lo strumento utilizzato dal gruppo di ricercatori canadesi della McGill University di Montréal, che propone appunto un nuovo approccio terapeutico contro l'ambliopia, il problema di vista più diffuso nei bambini e che in generale colpisce fino al 3% della popolazione. Gli studiosi, tra i quali Robert Hess, direttore del Dipartimento di oftalmologia della McGill, fanno notare come le tradizionali tecniche usate per "svegliare" l'occhio pigro nei bambini, per esempio il bendaggio dell'altro occhio, riescano solo in parte a risolvere la situazione. «Negli adulti, per i quali al momento non esiste altra opzione terapeutica - spiega Hess -, la chiave per migliorare la visione è invece quella di creare le condizioni che mettano i due occhi in grado di "collaborare" per la prima volta».

RISULTATI - Secondo Hess e colleghi, infatti, il cervello degli adulti conserva un significativo grado di plasticità che potrebbe permettere di trattare disturbi della vista insorti da bambini e mai risolti. Gli autori hanno testao gli effetti del Tetris su 18 adulti con ambliopia. L'idea è che, «costringendo gli occhi a lavorare insieme - spiega Hess -, la visione dell'occhio pigro possa migliorare». Nove pazienti si sono allenati al videogioco utilizzando solo l'occhio più debole, con l'altro bendato. Gli altri nove hanno invece usato i due occhi insieme, impegnandoli su parti diverse dello schermo. Dopo due settimane, il secondo gruppo avrebbe mostrato un netto miglioramento della visione dall'occhio pigro, come pure della percezione tridimensionale della profondità. Stessi risultati sarebbero stati ottenuti quando i pazienti del primo gruppo hanno giocato "sbendati". I ricercatori sperano che questa tecnica possa funzionare anche nei bambini: per verificarlo, entro fine anno dovrebbe partire uno studio su un gruppo di piccoli pazienti. 

I RISCHI - Se la terapia proposta da Hess e colleghi venisse realmente utilizzata, quali sono i rischi per i pazienti? «A parte la mancanza assoluta di valutazione da parte della comunità scientifica mondiale, temo che questo studio possa avere un effetto dirompente e che molti genitori decidano in autonomia di togliere la benda ai propri figli ambliopi perché è certamente più facile proporre un videogioco. Voglio sottolineare con molta forza che, pur utilizzando nella mia pratica quotidiana i videogiochi a scopo di stimolazione, la benda è spesso ineludibile per curare l'occhio pigro, e che il medico oculista è l’unico che ha le competenze per filtrare queste notizie sensazionalistiche».

                                                                                                          Laura Cuppini